Alcune considerazioni sulla situazione e sul futuro del turismo e del crocierismo, oggi che ampio spazio occupa nuovamente, sulla stampa, l'incidente dello scorso 2 giugno a San Basilio causato dalla nave da crociera Msc Opera.
Grandi Navi passeggeri, gallina dalle uova d'oro per la città, assenti causa virus.
Non è solo il paesaggio che va da Sant’Elena alla Marittima a cambiare. Cambia anche l’idea del crocierismo europeo. Un modello che della globalizzazione interpretava la faccia del gigantismo navale, nella sua versione passeggeri.
Come cambierà quello merci delle mega container transcontinentali non è ancora chiaro, perché troppe sono le variabili in campo. Si può solo azzardare che gli scambi tra Mediterraneo e Sud Est Asiatico non potranno non risentirne. Per l’economia portuale è atteso un cambiamento che redistribuirà rotte, operatori, utilità e approdi.
Il cambiamento auspicato per il crocierismo veneziano è imposto ora dai fatti e può rappresentare la base su cui intraprendere una visione nuova e condivisa di rapporto tra città, laguna e un crocierismo di qualità ripensato in termini di sostenibilità ambientale. Meno navi, più piccole, con emissioni entro i limiti e soprattutto senza alterazioni dei fondali lagunari.
Tutto questo procede in assoluto parallelismo con il ripensamento che riguarda il turismo urbano, una attività che deve esaltare la condizione di Venezia e non deprimerla schiacciandola sulle devastanti pratiche di massa che abbiamo conosciuto.
Non è detto che tutta la città sia disposta al ripensamento visto che ci sono sirene che continuano a emettere lo stesso suono, quello rassicurante cui alcuni erano abituati. Ma sono frutto dell’angoscia di fronte al nuovo e dell’incapacità di capirlo. Non serve a risolvere il problema ma solo ad allontanare la soluzione.
Che invece va elaborata oggi, perché altro momento non c'è.
(foto © Corriere del Veneto)
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