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Bosco dello Sport: la risposta da parte della presidente Ursula von der Leyen alla nostra lettera

Condivisa con la città perché tutti possano riflettere sulle criticità

La scelta di inviare una lettera direttamente alla presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, per esprimere le nostre perplessità sul progetto del “Bosco dello Sport” si è dimostrata vincente.
È di oggi la risposta da parte del Segretariato Generale della Commissione, in cui si informa che la Commissione non è ancora in possesso di tutti gli elementi del Piano Urbano Integrato della Città di Venezia, visto che la presentazione del Piano degli Investimenti per la pianificazione urbana integrata delle 14 Città metropolitane è stata fissata per la fine 2022.
La Commissione ha però chiesto alle Autorità Italiane di condividere i materiali con largo anticipo, per permettere di verificare la corrispondenza rispetto alle Missioni del PNRR e di poter eventualmente apportare degli aggiustamenti, affinché venga pienamente rispettato il principio del “Do not significant harm” e tutti gli interventi ricadano nelle tre categorie del traguardo all’interno della missione in cui vengono presentati.
Nella lettera si sottolinea che spetta primariamente agli Stati membri far rispettare le normative europee. Nel caso particolare del “Bosco dello Sport” dovranno essere considerate le Direttive UE sulla valutazione ambientale strategica, sulla valutazione dell’impatto ambientale, sugli habitat e sulla qualità dell’aria.
Dalla lettera si evince infine che la Commissione guarda con preoccupazione a come l’Italia sta implementando la Direttiva sulla qualità dell’aria, ricordando come la Corte di Giustizia Europea abbia rilevato, il 12 maggio 2022, che il nostro Paese continui persistentemente a superare i valori giornalieri di PM10 dal 2005 e di NO2 dal 2010.

Pensando all’impatto che le strutture previste avranno sul traffico della zona, anche in relazione alla possibile ulteriore espansione dell’aeroporto, potrebbe non andare tutto così liscio. Pur prevedendo opere di compensazione, il progetto sorge infatti su aree agricole e lascia in sospeso proprio la questione dei trasporti. Negli annunci che sono stati fatti l’intenzione è quella di privilegiare quelli pubblici, ma questo stride enormemente con le carenze del nostro TPL, che tutti ben conosciamo.

La lettera non serve solo a noi. L’abbiamo condivisa con la città affinché sia data la possibilità a tutti di riflettere sugli impatti reali che questo progetto avrà e sulle sue possibili criticità. Quali conseguenze sulla mobilità? Che tipo di lavoro sarà creato? Come cambieranno gli equilibri del territorio? Chi saranno i veri beneficiari? L’augurio è che la lettera stimoli tutti coloro che stanno approfondendo le problematiche relative alla sostenibilità del progetto, perché non ci ritroviamo un domani a convivere con problemi che potevano essere evitati.


Giovanni Andrea Martini



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