Dubbi sulla finanziabilità del progetto e preoccupazione per le occasioni di finanziamento perse
È stata licenziata per il Consiglio la delibera per la realizzazione del “Bosco dello sport”: un passaggio obbligato, che alla Giunta però interessa poco, perché l’impegno del Comune di Venezia è già stato deciso e comunque ha visto in Commissione le solite modalità di non-discussione, con microfoni chiusi senza che si possa intervenire, tempi contingentati e la negazione totale del confronto.
Dopo anni in cui l’Amministrazione si è fatta bella per aver risanato le casse comunali, ora è pronta ad indebitarsi di nuovo: ma questa volta non per accedere a fondi PNRR per risanare le case pubbliche, sostenere le PMI o attuare piani di mitigazione e adattamento ambientali, ma per costruire lo stadio.
Il progetto non nasce ora, ma che ora venga riproposto e perseguito è pura follia, che non c’entra nulla con la transizione a cui dovremmo tendere.
Per questo ho scritto al Ministro Daniele Franco, riferendogli la preoccupazione mia e di una parte dei cittadini veneziani e chiedendogli se è un progetto effettivamente eligibile e finanziabile. Non vorrei infatti che alla fine non passasse e che, nel frattempo, si perdessero altri treni importanti, come ad esempio quello del “Programma Innovativo Nazionale per la Qualità dell'Abitare” scaduto nel 2021, che finanziava il recupero del patrimonio immobiliare pubblico.
Il progetto, oltre a contravvenire la strategia “Farm to fork” della Commissione europea, dato che sorge in area agricola, non rientra certo nella “rigenerazione delle aree urbane”, dato che, appunto, urbanizza una delle poche zone verdi ancora rimaste. Più in generale, è un progetto che risponde ad un’idea di città e di mobilità non più attuali e perseguibili. E’ un progetto, infine, che non risponde nemmeno alle necessità di integrazione e di rivitalizzazione sociale di cui abbiamo bisogno: come può infatti un’infrastruttura sportiva che sorge nei pressi dell’aeroporto, migliorare veramente la vivibilità di Marghera, Mestre, Venezia o delle isole della Laguna e favorire la socializzazione e l’inclusione?
Le problematicità di Venezia sono decisamente diverse: i rischi ambientali, la perdita di residenti e di attività produttiva della città storica e delle isole, il futuro di Porto Marghera non ancora chiarito, il degrado sociale di Mestre a livelli ormai allarmanti. Rispondere con un maxi finanziamento pubblico - tra PNRR, fondi del bilancio comunale e nuovo indebitamento dell’Amministrazione – per realizzare il “Bosco dello sport” suona surreale. Stride in modo forte, tanto quanto il richiamo al verde, al bosco, appunto, di un’opera che in realtà cementifica il territorio. Siamo davanti al "greenwashing" puro, in un momento storico in cui non ci si può più permettere di fare scelte sbagliate.
Giovanni Andrea Martini
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