Cacciate dal #CanalGrande, simbolica arteria della città d’acqua, per far posto alle eliche che muovono il turismo, le #remiere fanno rotta su #Poveglia per ripulire l’isola, simbolo anch’essa della vita dei veneziani in laguna.
A Monastier, nel trevigiano, il sindaco pro tempore Brugnaro distribuisce minestre come colletta per #Venezia. Manifestazione di populismo improntato ai “schei” come risolutivi di ogni problema e se ne fa grottesco interprete. Una maschera del carnevale elettorale.
Sembrano due modi diversi di essere utili. Sono invece due mondi diversi che si esprimono attraverso al scelta di simboli opposti.
Pulire l’isola è un gesto concreto e collettivo su di uno spazio definito, vissuto come #benecomune, una forma di civismo attivo che stimola e organizza le grandi e trascurate risorse di una comunità autentica, interessata solo alla tutela di un ambiente di vita straordinario e unico.
Servire gratuitamente minestre si rifà alla immagine di Venezia dove una miriade di camerieri extra comunitari sotto pagati quotidianamente servono una miriade di turisti frettolosi. Il modello economico prescelto della amministrazione Brugnaro che ne fa la parodia per raccogliere quattro soldi, una goccia nel mare dei bisogni, ma gli consentono la sceneggiata elettorale con fotografi al seguito. “Mi fasso robe concrete, staltri solo boni de parlar”.
Poveglia invece è la dimostrazione del contrario. Di quello che Brugnaro non è in grado di fare perché figura aliena, fuori sintonia con Venezia. Organica espressione di un mercantilismo servile che vorrebbe introdurre come imprinting collettivo della vita urbana.
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