Nella Conferenza stampa di venerdì 12 giugno, la lista civica Tutta la Città insieme!
ha affrontato congiuntamente i temi del turismo, dei trasporti e del commercio per l’effetto integrato che questi tre settori della vita urbana esercitano sulla qualità stessa della stessa.
Cinque candidati della lista hanno relazionato sulle linee fondamentali di programma.
Con Franco Migliorini, che ha coordinato gli interventi, Manfredo Manfroi, Daria Zennaro, Pietro Mariutti, Elisabetta Tiveron.
L'attenzione riservata al turismo ha posto in luce il fondamentale problema del rapporto tra quantità e qualità delle dinamiche che muovono il settore di cui si riconosce appieno l'importanza per l’economia urbana e che per questo richiede un moderno approccio “industriale”, un'attività che non può essere abbandonata alla pura spinta del mercato ma va incanalata entro gli strumenti di una moderna gestione urbana del turismo.
Parola chiave la prenotazione della visita, cui segue la previsione dei flussi e la programmazione dell'offerta dei servizi: dai trasporti, ai musei, alla ristorazione e quant’altro consenta al visitatore di sentirsi cittadino anziché preda.
Un ringraziamento particolare va a Roberta Bartoloni, che su questo ha sviluppato il progetto di gestione dei flussi. La chiave stessa per affrontare la post pandemia con un marketing internazionale della certezza sanitaria tramite protocolli certificati.
Grandi infrastrutture, come aeroporto e porto: è stata l’occasione per ribadire che queste due attività, autonome per legge, non possono ritenersi estranee alla città. Tema di assoluta attualità la bretella ferroviaria di Tessera, il "cappio", proposta ai cittadini in piena pandemia. La terza stazione ferroviaria di Venezia posta sotto l’aeroporto a quota – 12,0 la stessa delle paratoie del Mose - per raccogliere turisti. Una specie di hub pensato per trasferirli direttamente verso altre destinazioni nazionali. Un progetto che contiene tali e tante criticità ferroviarie e ambientali, oltre che sociali, per un investimento di ben 500 milioni, quattro volte superiore alla originaria proposta SFMR, da risultare poco credibile e altamente criticabile, con l'auspicio di ritornare alla proposta originaria.
Relativamente al Porto, è stata con forza sottolineata che l'obsolescenza del PRG del 1965 costringe ad artifici interpretativi anziché affrontare la elaborazione di un nuovo strumento adatto alla economia portuale del XXI secolo, che definisca che l’ecosistema lagunare non può essere subordinato a qualunque ulteriore degrado. ll funzionamento della portualità va perseguito scegliendo tra Grandi Navi fuori laguna o piccole navi in laguna, e optando per nuova banchina container in mare e i tradizionali cargo a Marghera.
Sulla mobilità urbana si prende atto che proprio la pandemia ha rivelato la strategicità e la debolezza di un trasporto pubblico che a Venezia è insostituibile ma insostenibile senza entrate turistiche. Serve una nuova riflessione sulla mobilità in quanto tale dal momento che “tutto come
prima” è solo uno slogan ingannevole.
Razionalizzare la domanda di mobilità con più lavoro a distanza, maggiore vicinanza ai servizi, migliore previsione dei flussi e soprattutto, a Mestre, maggior uso della bicicletta dentro una rete di percorsi protetti. Diversa la condizione lagunare in cui la domanda debole delle isole va
sostenuta anche con mezzi straordinari mentre sul tema del moto ondoso è ora di intervenire con nuove soluzioni per carene, motori, barche di ferro, velocità, prima che i danni alla città divengano
ingestibili.
Alle note dolenti sulla evoluzione del commercio in città, tra grandi catene periferiche che desertificano di botteghe i centri urbani e la monocultura turistica che distribuisce paccottiglia ai visitatori, occorre rispondere con una strategia di assistenza alla rete commerciale di qualità tramite sostegno ai distretti commerciali urbani, centrali e periferici, con misure urbanistiche e regolamentari, lotta ai fitti che strangolano i commercianti così come al subentro di capitali di dubbia provenienza delle attività che investono senza incassare. Un tema che deve occupare l’attenzione di tutti nel dopo pandemia.
Di qui una doppia indicazione di sintesi.
A Venezia si deve difendere la qualità urbana che esiste dallo sfruttamento turistico senza regole né limiti degli ultimi anni.
A Mestre bisogna perseguire una nuova qualità urbana contro la continua minaccia del puro immobiliarismo di convenienza, ripartendo dai valori della trama storica sepolta dalla cementificazione novecentesca e dalla trama dell’acqua e del verde dei fiumi, dei canali e dell’affaccio lagunare sottoposti ai tentativi di privatizzazione degli spazi e di esclusione dei cittadini dall’accesso alle risorse ambientali.
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