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Fincantieri riapre.

Come salutare questa decisione se non come un terribile azzardo? Una scelta che va contro la salute dei lavoratori, contro la salute di un particolare tipo di lavoratori, quelli degli appalti (che rappresentano la componente più numerosa), contro la popolazione tutta che viene messa a rischio di contagio e a vantaggio di chi sfrutta per produrre grandi navi, per alimentare globalmente quel tipo di turismo che non si vuole, che danneggia, su cui il dibattito è acceso non soltanto qui a Venezia, ma ovunque se ne paghino le conseguenze.


La "questione Fincantieri" ha aperto finestre su una quantità di problemi (condizioni di lavoro, paga globale, regressione dei diritti, integrazione sociale, sfruttamento, corruzione, e poi il crocierismo e il suo impatto ambientale e sociale), che rischiano non solo di rimanere tali e quali a prima, ma di essere aggravati dal pericolo del contagio.


Un pericolo che, a nostro avviso, rimane, nonostante le dichiarazioni rassicuranti dell'azienda.


Come si possono garantire le distanze di sicurezza, all'interno di un cantiere di quelle dimensioni e con un tale numero di lavoratori occupati, con una produzione serrata come quella di Fincantieri?


Come si garantisce il trasporto dei lavoratori in sicurezza?


Come si garantiscono le distanze di sicurezza nei momenti di pausa della produzione (ricordiamo che molti lavoratori delle imprese in appalto consumano i pasti per strada, seduti su cordoli, spartitraffico e altri sistemi di fortuna, in quanto la mensa interna è troppo cara, in rapporto ai salari).


Di conseguenza, come si garantisce la sicurezza della popolazione?


E ancora: gli amministratori locali, e regionali, andranno a fare in loco le opportune verifiche, a sorpresa e in assoluta trasparenza?


Da ogni parte si auspica che questa crisi mondiale produca le riflessioni, le riforme, i cambiamenti di cui questa nostra società schizofrenica, intrisa di diseguaglianze e di contraddizioni, ha assoluto bisogno.

Auspichiamo scelte che vadano in questa direzione.

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