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Gli autogol dell’autocrate.

Venezia è vuota, di turisti. E di abitanti. La laguna è gonfia, di acqua. L’aria è satura, di smog, La gronda è carica, di metri cubi. Il sindaco è pieno, di sé.

Questo il programma elettorale del sindaco uscente che si ricandida, forte dello strepitoso successo di immagine con cui ha comunicato al mondo la visione di Venezia sommersa dalle acque, ma difesa da un intrepido primo cittadino, immerso fino alla cintola.

Se poi l’immagine fa il giro del mondo e i turisti fuggono, con chi se la prende? Con l’opposizione e con la stampa, naturalmente, non certo col proprio narcisismo propagandistico.

Nel programma ci infila poi i nuovi poteri metropolitani, il governo del Mose, il Magistrato alle acque. E null’altro.

Non fa invece parte del programma uno strumento essenziale: il potenziamento del Centro maree, smantellato, come tanti altri servizi, per questioni di ragioneria contabile, e ridotto a rincorrere gli eventi modificando le previsioni con la constatazione della realtà in atto.

La modellistica di previsione esiste e va alimentata, ma per fare questo alla città d’acqua mancano i fondi. E, soprattutto, meglio la gestione politica degli allarmi. Anche quella sotto il sindaco.

È questo l’esito di una monocultura turistica ossessionata dal business immobiliare che pensa alla gronda dei Pili come fosse Dubai e nel frattempo svuota Venezia del suo migliore turismo.

Complimenti!

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