Avevamo scritto il 4 gennaio alla presidente Adele Maresca, perché l’International Council of Museums prendesse posizione sulla vicenda dei musei Veneziani. E così è stato.
Oggi arriva l'importante lettera aperta di ICOM Italia ai membri del Consiglio di amministrazione della Fondazione Musei civici di Venezia:
ICOM Italia ha ribadito più volte l’importante ruolo sociale del museo, richiamato con forza nella sua definizione internazionale e riconosciuto anche dalla normativa nazionale che lo individua come un servizio pubblico essenziale per le popolazioni.
Per questo ha sollecitato anche recentemente il governo ad autorizzarne l’apertura al pubblico appena vi siano le condizioni di sicurezza sotto il profilo sanitario – in particolare nei territori nei quali sia consentita la mobilità delle persone – lasciando ai rispettivi organi di governo, di concerto con i direttori, la valutazione complessiva della sostenibilità economica e dell’opportunità con riferimento al contesto sociale e ambientale, e la definizione di modalità d’ingresso e tariffe particolari per visite e servizi, il lancio di campagne di informazione e di progetti innovativi per accrescere il coinvolgimento delle comunità di prossimità nella vita del museo.
Allo stesso tempo, sia a livello internazionale, sia a livello nazionale, ICOM ha raccomandato di assicurare per quanto possibile, anche durante la pandemia, la continuità delle altre funzioni fondamentali del museo, in primo luogo la conservazione (sicurezza degli immobili e delle collezioni, monitoraggio delle condizioni ambientali, manutenzione e restauro), ma anche la ricerca, la catalogazione e la digitalizzazione dei beni esposti o conservati nei depositi, la programmazione di attività educative, l’eventuale ripensamento degli allestimenti e degli strumenti di comunicazione – anche attraverso un più ampio utilizzo delle tecnologie digitali – la progettazione di esposizioni temporanee e altre iniziative da realizzare quando si attenuerà l’attuale situazione di emergenza.
Naturalmente siamo consapevoli che per i musei di particolare attrattività turistica, quali i musei veneziani, la drastica diminuzione delle entrate derivanti dai biglietti d’ingresso crei problemi particolarmente gravi sotto il profilo economico-finanziario, nonostante il Governo abbia previsto ristori per compensarne le perdite.
D’altra parte la stessa Fondazione ribadisce nel suo statuto (art. 3) la volontà di garantire la pubblica fruizione dei musei civici veneziani (“strutture permanenti che acquisiscono, conservano, ordinano ed espongono beni culturali per finalità di educazione e di studio”), e s’impegna a promuovere la partecipazione dei residenti (ai quali si assicura peraltro la gratuità delle visite).
Siamo sicuri che la Fondazione, che è tra l’altro socio istituzionale di ICOM e si riconosce quindi nei principi etici proclamati da questa organizzazione, voglia compiere ogni sforzo affinché:
1. negli istituti siano garantite le funzioni essenziali e siano predisposte azioni utili alla futura ripresa, grazie all’apporto dei professionisti museali;
2. siano prese in considerazione possibilità di apertura, sia pure parziale e graduale, dei musei, anche prima del 1° aprile, trasformando i fattori di criticità legati al crollo del turismo internazionale in un’occasione positiva di riscoperta e di affezione dei veneziani al loro patrimonio artistico, bibliografico, naturalistico, progettando attività che possono sembrare poco redditizie dal punto di vista economico, ma che consentono di rafforzare il tessuto culturale e relazionale, contribuendo a creare una identità umana e civile più forte di questa città unica al mondo per la sua bellezza e la sua storia.
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