La residenza dovrebbe essere stato tema all'ordine del giorno dell'amministrazione fin da maggio 2015, data la portata della questione. La città tutta è in emergenza, a partire dal centro storico soffocato dal turismo che fagocita case, ma anche la terraferma ha fatto le spese della mancanza di un piano-casa. Perché di questo si tratta: non c'è un piano, nemmeno per un diritto come il poter avere un tetto sulla testa c'è un vero piano. Non esiste un censimento delle case pubbliche disponibili, comunali e di altri enti; non esiste un osservatorio che garantisca trasparenza e accessibilità ai dati (tutti i dati); non è mai stato fatto nemmeno un tentativo di calmierare i prezzi degli affitti privati; e anche nell'arginare l'affittanza turistica, i passi sono timidissimi (nel contempo, si continua a costruire - alla faccia del consumo di suolo - e solo per target di pubblico medio-alto, se non altissimo, come accade a Mestre). Non c'è dialogo, né apertura alla collaborazione con i cittadini. Da che parte stanno gli amministratori? Facile deliberare la restituzione di una manciata di abitazioni, e farne vetrina, a quattro mesi dalle nuove elezioni, in piena campagna elettorale.
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