L'incertezza sul futuro di Fincantieri e dei suoi lavoratori ci pone ancora una volta di fronte alle questioni sociali, che emergono ora più drammatiche che mai.
Il virus ci sta mostrando come, in un sistema economico globale, anche i rischi sono globali, e viaggiano velocissimi. Ci sta mostrando che piani economici alternativi sono più che mai necessari.
In tutto questo, ci chiediamo che ne sarà di tutte quelle persone che non possono nemmeno ricorrere alle tutele che la legge già prevede.
Un momento come questo dovrebbe essere non solo di riflessione, ma una vera occasione per impostare diversamente il futuro.
Poniamoci seriamente di fronte al problema della paga globale, inaccettabile. Sui diritti, per molti lavoratori, si è tornati indietro di decenni, una situazione inaccettabile.
Poniamoci di fronte al dovere di far uscire questi lavoratori e le loro famiglie dall'invisibilità.
La città che possiamo costruire, da questo momento, sceglie l'integrazione, sceglie i diritti, sceglie un modello di sviluppo che tiene tutti per mano.
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