Altissimi i pernottamenti nelle strutture extra-alberghiere: necessario intervenire sul piano amministrativo e non
Il bilancio dei primi 11 giorni di contributo di accesso mostra, se ce n’era bisogno, il totale fallimento di questa misura per quanto riguarda la motivazione che l’ha fatta introdurre. I numeri che si sono registrati in queste giornate mostrano come la città sia stata invasa dai turisti e come il ticket non abbia in alcun modo contenuto gli arrivi. Quindi il ticket fallisce totalmente il suo obiettivo che doveva essere quello di essere un “sistema di gestione dei flussi”, come più volte definito dalla Giunta.
Il contributo ha dimostrato invece di essere quello che abbiamo sempre sostenuto e cioè una modalità di far cassa. E, allo stesso tempo, ha relegato i residenti a passivi figuranti e in balia di masse che intasano calli e trasporti pubblici.
Spietato il dato che si riferisce ai pernottamenti in strutture private, le affittanze brevi. Le esenzioni per questa categoria di visitatori di Venezia sono state più di 40.000 in tutte le giornate. Con un accesso agli atti avremo il numero preciso. È un dato molto pesante che inquadra un fenomeno che ha cacciato dalla città decine di migliaia di residenti e ha portato in città un numero pari a quello degli abitanti.
Insomma una seconda città abita Venezia. Una città fatta di persone che cambiano anche più volte la settimana.
La “città dei turisti” che ha la stessa consistenza numerica dei residenti. Una città che ha necessità, bisogni, richieste, totalmente diverse da quella dei residenti. Un dato inquietante.
I numeri dimostrano che la città è nelle mani della speculazione. Di chi vive cioè attraverso un mercato che prospera grazie allo spopolamento della stessa. L’espulsione sistematica dei residenti e la trasformazione degli appartamenti in locazioni turistiche ha stravolto la città. È per questo che un totale riordino di questo settore è necessario.
Non un decalogo di buone pratiche ma un regolamento serio deve far tornare ad una popolazione residente le troppe case diventate residenze turistiche. Se abbiamo proposto un albo per gli “Amici di Venezia”, per dar lustro a chi affitta a residenti, occorre presto capire come sia possibile stilare un registro pubblico di chi affitta a turisti e di quanti immobili sottrae alla residenza stabile. Occorre mettere in moto tutte le azioni amministrative e non per far rientrare nella disponibilità di affitti per residenti le case che oggi sono destinate alle affittanze turistiche.
Per quanto riguarda invece il contenimento dei flussi e lo strumento della prenotazione appoggiamo la proposta di Ambiente Venezia e ricordiamo come da anni indichiamo come soluzione della gestione dei flussi il progetto di prenotazione obbligatoria gratuita con soglia di Roberta Bartoloni.
Giovanni Andrea Martini
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