Dopo l'ondata di centri commerciali (che nonostante la crisi continuano ad espandersi nella cintura urbana), è la volta dei super/ipermercati all'interno del tessuto urbano, che gareggiano in presenza, dimensione e prestanza. L'amministrazione comunale plaude alle operazioni, le incentiva, le tiene a battesimo, arrivando a situazioni paradossali come lo scontro, fresco di giornata, con l'Autorità portuale, che fa presente la diversa destinazione d'uso di terreni che Ca' Farsetti vorrebbe votare al commercio. Tace invece su un tema chiave del benessere cittadino: la progressiva (e non casuale) sparizione dei negozi di prossimità, di vicinato, in interi settori della città - che tocca l'apice nella Venezia storica e nelle isole. Linfa vitale che la grande distribuzione non può sostituire, il commercio di vicinato necessita di misure a sostegno, che rientrino in una più ampia visione di città: vivibile per tutte e per tutti, sostenibile, irrorata capillarmente.
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