Da molto tempo andiamo sottolineando come l'artigianato vada tutelato, in quanto una delle categorie più a rischio nel vortice dell'economia del terzo millennio, quella dell'usa e getta e della fuga dalle attività tradizionali.
Oggi più che mai, nell'emergenza, con lo stop forzato, per molti artigiani si apre uno scenario drammatico.
Anche in questo caso, il virus ci mette di fronte alla realtà, ma ci dà anche modo di provare a porre rimedio.
L'artigianato è lavoro e cultura. Una cultura che stiamo rischiando di perdere per sempre. Il "saper fare" è elemento imprescindibile di una società che funziona, che non è del tutto disconnessa da se stessa. E la cultura è anche economia.
La nostra città può puntare sul doppio canale dell'artigianato artistico e di servizio. Le attività che vi rientrano vanno sostenute, coltivate, messe nella condizione di essere parte integrante di una società che guarda avanti ma non dimentica le proprie radici.
L'artigianato, non dovremmo dimenticarlo mai, produce non solo oggetti, non solo servizi, ma veri e propri anticorpi, atti a proteggere le nostre comunità e tutti noi che ne facciamo parte.
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