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La proposta da “Venezia: quale turismo post-pandemia?”

Una Consulta del Turismo a Venezia come a Barcellona per lavorare ad un ri-equilibrio


Si è svolto all'Ateneo Veneto il convegno, organizzato da “Tutta la Città Insieme!”, “Venezia: quale turismo post-pandemia?”. In apertura Giovanni Andrea Martini ha chiarito gli intenti: “Riguardo allo sviluppo turistico della città ci sono letture così diverse sul cos’è stato e cosa dovrebbe essere, che ci sembra giunto il momento di tentare un approccio nuovo, di fare sintesi, sedendosi tutti, virtualmente, ad un tavolo. Questo è l’obiettivo del Convegno di oggi”.


La giornata è stata divisa in due sessioni: quella mattutina, che ha proposto un confronto con esperti e altre realtà europee, in particolare Amsterdam e Barcellona – l'architetto Franco Migliorini, il professore di Turismo e Geografia dell'Università di Rovira i Virgili, Antonio Paolo Russo, il professore di Scienze Applicate dell'Università lnholland, Guido Stompff, e Aina Pedret della Direzione Municipale Turismo, Eventi e Industrie Creative di Barcellona, - e quella pomeridiana, in cui sono intervenuti esperti e rappresentanti delle categorie cittadine e non solo – la professoressa Iuav in Tecnica urbanistica e Pianificazione, Laura Fregolent, l'informatica Roberta Bartoloni, il regista Andrea Segre, il Direttore Ava, Claudio Scarpa, Emiliano Biraku di Confesercenti, il presidente emerito del Circolo fotografico La Gondola, Manfredo Manfroi, Carla Toffolo, Capo Uff. Comitati privati Internazionali e Giacomo Menegus dell'Associazione Ocio - per presentare proposte alle diverse problematiche affrontate. Ha portato inoltre i saluti finali il presidente della Municipalità di Venezia, Marco Borghi.


Quanto è emerso è che l'overturismo impatta in modo pesante sulla vivibilità dei luoghi: più diventa l'unico settore economico e più determina polarizzazione sociale. Inoltre causa, in generale, una diminuzione della disponibilità di alloggio, in particolare nei centri storici dove non c'è sufficiente diversificazione di offerta, tra case di proprietà, case in affitto e case pubbliche.

La battuta d'arresto determinata dalla pandemia ha riacceso il dibattito sulla resilienza delle città turistiche, ma le risposte sono differenti, a seconda dei contesti. Laddove la componente residenziale è ancora forte e il turismo non costituisce l'economia prevalente, come nel caso di Amsterdam, oppure laddove l'impegno del governo pubblico locale cerca soluzioni condivise tra cittadini e diversi portatori di interessi, come nel caso di Barcellona, si stanno delineando o elaborando forme di regolamentazione o ri-equilibrio degli eccessi del turismo. Mentre risulta più difficile il percorso in città, come il centro storico di Venezia, caratterizzate da un calo demografico importante, dalla prevalenza del turismo nell'economia locale e dalla mancanza di investimenti nel patrimonio residenziale pubblico.


Le proposte emerse dal convegno sono allora principalmente tre. Innanzi tutto è essenziale istituire anche a Venezia una Consulta del Turismo sul modello di Barcellona, in cui siano rappresentati categorie, portatori di interesse e cittadini. Solo così si può tentare di riattivare il confronto in città, chiedendoci cosa vuol dire continuare a vivere e abitare a Venezia e cosa, tutti, siamo disposti a fare.


Per iniziare ad affrontare il problema della diversificazione economica, poi, è stata lanciata, assieme a Confartigianato, presente con il segretario De Checchi, una proposta concreta: una campagna con cui invitiamo i proprietari degli immobili commerciali ad aderire ad una nuova etica e ad accettare di ridurre, più o meno sensibilmente, il proprio guadagno, affittando a cifre ragionevoli i loro fondi e contribuendo alla rinascita del negozio o dell’attività locale. Lo fanno già in molti. Si tratta di valorizzare questo comportamento e renderlo un modello da imitare.


Infine, sulla possibilità di frenare lo spopolamento e attrarre nuova residenza, il convegno ha rilanciato la proposta di Legge elaborata dal regista Andrea Segre assieme ad Ocio e altre associazioni cittadine, finalizzata a limitare le affittanze turistiche e ha ribadito la necessità di mantenere servizi di qualità in città.


Venezia è unica al mondo, se però le condizioni di vivibilità non sono ottimali, anzi, sempre più scadenti, se la città è sommersa dall'overturismo e carente nei servizi e nelle proposte innovative, allora perde. Fallisce nell’attrarre residenza. Siamo convinti che si possano creare quanti campus universitari si vogliono, ma i giovani non rimangono. E non arrivano nemmeno professionisti disposti a fermarsi, magari a costruire una famiglia. Serve quindi una politica pubblica fortemente indirizzata a sostenere e dar nuova linfa al vivere in città.

Possiamo dire che col convegno, in modo quasi spontaneo, tra relatori e presenze qualificate in sala, abbiamo dato vita ad un percorso. Questa modalità del confronto tra chi ha interessi economici e affettivi per la città può dare buoni frutti. Quindi la proposta è quella di darci incontrarci ancora, fra qualche mese, magari dopo l’estate, per fare insieme il punto della situazione e costituire una vera di Consulta del Turismo come nuovo organo rappresentativo da cui ripartire.



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