Appello al Ministro della Cultura Dario Franceschini per tutelare l'area di San Pietro di Castello e Sant'Anna
L’ex Caserma Sanguineti a San Pietro di Castello, Venezia (foto di E. Mattiazzi).
All’Onorevole Dario Franceschini
Ministro per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo
Gentile Ministro Franceschini,
mi permetto di scriverLe a nome del gruppo di cittadini che si è attivato negli ultimi mesi per tutelare San Piero di Castello e Sant’Anna a Venezia. Come forse saprà, si tratta di una zona particolarmente ricca di storia, essendosi qui formato il primo vero nucleo della città. L’importanza culturale e archeologica del sito è ben documentata negli studi condotti ancora negli anni ‘80, che purtroppo non hanno avuto seguito, ma che hanno permesso addirittura di retrodatare l’insediamento umano a Venezia, riscrivendone, di fatto, le origini.
L’antica sede patriarcale, divenuta caserma in epoca napoleonica, è proprietà dello Stato. Nel compendio sono state ospitate, dopo la II Guerra Mondiale, diverse famiglie di profughi giuliano dalmati. Il Demanio, purtroppo, non ha mai investito nel compendio, anzi, lo ha abbandonato a se stesso. Oggi infatti l’ex Caserma Sanguineti e il prezioso compendio di Sant’Anna hanno urgente bisogno di recupero e la Giunta comunale sta trattando con la società francese Artea, affinché realizzi un progetto di valorizzazione dell’area.
Forte di questa proposta, il Comune intende attivare il federalismo demaniale culturale, che richiede “programmi e piani strategici di sviluppo culturale”, ma quel che si vuole realizzare è tutto fuorché un progetto dalle finalità culturali. Si tratta invece dell’ennesimo intervento meramente speculativo, che mira sostanzialmente a realizzare una struttura d'élite per turismo d’impresa, sfrattando le ultime otto famiglie residenti. L’aspetto “culturale” viene declinato solo nella realizzazione di un nuovo spazio espositivo nella chiesa di Sant’Anna, di cui, francamente, in città non si sente il bisogno, e soprattutto in quella parte di città, già arricchita dalla presenza della Biennale.
Insieme al Gruppo di San Pietro - che è composto di comuni cittadini e di rappresentanti di vari partiti e liste, dal PD ai Cinque stelle, dai Verdi Progressisti a Tutta la Città insieme!, oltre che di associazioni e gruppi organizzati - e con l’appoggio della Municipalità di Venezia Murano Burano, abbiamo raccolto in pochi giorni più di mille firme per una petizione al Consiglio Comunale, per far in modo che non si metta in atto quella che suonerebbe come una condanna definitiva per la nostra città, perché sancirebbe che progetti dello Stato contribuiscono ad espellere cittadini per far spazio all'iniziativa turistica.
Può sembrare paradossale, ma purtroppo non lo è: in una città come Venezia che soffre perché perde giorno dopo giorno residenti, approvare il progetto Artea significa cacciare otto famiglie dalle loro case per fare spazio all'ennesima struttura ricettiva di lusso.
Qui entra allora in gioco il Suo coinvolgimento: in quanto Ministro della Cultura, Lei dovrebbe accettare un progetto che espelle la componente che è la base della cultura e cioè gli stessi abitanti, i residenti, coloro che la cultura della città la rappresentano in quanto nati e cresciuti in questo lembo bellissimo di Venezia. La invito, a nome di tutti coloro che si stanno impegnando per salvare l’autenticità di quest’area, a venire a vedere con i suoi occhi di cosa stiamo parlando: venga ad incontrare le famiglie che vivono nel terrore che si avveri questo destino, definito per loro da altri, contro la loro volontà e senza che siano mai stati interpellati.
Il problema della perdita progressiva di residenza e di come la città stia soffocando nella monocultura turistica non si risolve favorendola ulteriormente, ma elaborando finalmente progetti che contemperino gli interessi delle diverse parti coinvolte.
Il federalismo demaniale culturale può davvero rappresentare un’opportunità per quest’area e per la tutela del suo alto valore culturale, storico e sociale già riconosciuto da anni con atti dello Stato. È per questo che, grazie al coinvolgimento della docente IUAV in Tecnica e Pianificazione urbanistica, Laura Fregolent, stiamo lavorando ad un processo di progettazione partecipata che terrà conto anche delle istanze dei residenti, per arrivare a presentare una proposta che abbia davvero come obiettivo la rivitalizzazione dell’area, attraverso l’intervento pubblico con finalità di sviluppo culturale.
In una città la cui sopravvivenza sociale – prima ancora che fisica - è a rischio, per una molteplicità di fattori ben noti, ogni intervento oggi è davvero delicato. Da esso possono derivare effetti positivi, capaci di innescare nuove opportunità e speranze, per residenti permanenti vecchi e nuovi, oppure drammaticamente negativi, con interventi calati dall’alto, pensati ad usi temporanei ed esclusivi, che arricchiscono chi li usa, ma impoveriscono la vita della città.
Approvare oggi un certo tipo di proposta piuttosto che un’altra è una responsabilità enorme ed è per questo che ho voluto tentare di spiegarle di cosa stiamo parlando.
Certo che saprà comprendere le motivazioni del Gruppo di cittadini che si è mobilitato per San Pietro di Castello e che si sta sempre più allargando, rimango a disposizione per ogni ulteriore chiarimento e ad accoglierla, nel caso accettasse il nostro invito a venire a conoscere di persona il luogo e le persone di cui parliamo.
La ringrazio per l’attenzione e le invio i miei più cordiali saluti,
Giovanni Andrea Martini
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