Vogliamo ancora un grande concerto sull’acqua come quello dei Pink Floyd del 1989? Siamo sicuri che alla nostra città serva un evento con decine di migliaia di persone cui segue il vuoto? O piuttosto Venezia deve ripartire, anche nel campo dello spettacolo e dell'arte, dai suoi cittadini e dai
suoi lavoratori?
Bisogna ricominciare dalle risorse della città, incentivando le possibilità per i lavoratori dello spettacolo del territorio di prestare la propria opera prima di tutto per la comunità, con progetti studiati appositamente per i luoghi e i contesti, da chi li conosce, rispettosi del tessuto urbano e sociale. Dopo un lungo inverno passato in casa, in condizioni di parziale o totale isolamento, tutti noi abbiamo voglia di uscire, di incontrarci, di riappropriarci della propria città. Le “canzoni alla finestra” diffuse in rete ne sono una testimonianza: la musica, l’arte aiuta a percepirci come comunità e ci è di conforto. Molti veneziani inoltre, saranno costretti a stare in città questa estate, per limitazioni negli spostamenti, per motivi economici o per ferie già forzatamente godute a causa dell’emergenza. Forniamo ai cittadini un’estate diversa, costellata di pur piccoli, ma diffusi, e significativi eventi nei campielli, nelle piazze, nei parchi, riscoprendo e valorizzando nel contempo angoli nascosti di città d'acqua e di terra, attraverso l’arte e lo spettacolo.
Il budget speso per un solo “grande evento” spesso copre quello una intera rassegna estiva, che può dare lavoro agli artisti e personale tecnico che si trovano ora in grandissima difficoltà, fornendo un'articolata offerta culturale per tutti noi e per una quota sostenibile di ospiti. Sono innumerevoli le iniziative possibili, senza spendere enormi cifre e nel rispetto delle necessarie precauzioni: cinema all’aperto nei campi, nelle piazze, anche semplicemente proiettato sui muri dei condomini e, perché no, da proiettare e seguire in barca; teatro, di ricerca e di tradizione, teatro di strada, teatro musicale, danza, teatro di figura; all'aperto o nei teatri per un numero limitato di persone, in più turni; concerti di tutti i generi musicali, per ensemble ridotti, anche con composizioni create appositamente per l’occasione; laboratori per bambini, ragazzi o cittadini maturi, incontri di lettura. Un modo perché la città torni alla vita partendo dai suoi cittadini, sostenendo il lavoro, valorizzando il territorio, sviluppando la creatività artistica anche verso forme innovative di spettacolo.
Non abbiamo bisogno di “Grandi Eventi” ma di Eventi di Grande Valore, coraggiosi, innovativi, pensati per la città e dalla città e non imposti dall'alto. Eventi grandi nel loro essere un modo dei lavoratori per rimettersi in piedi, per darsi e dare coraggio, conforto e speranza, e pure un po’ di leggerezza, alla nostra città.
Ilaria Sainato.
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