Il consumo di alcol - e di altre sostanze - in città è un problema, acuito dal fatto che riguarda ragazzi sempre più #giovani. Limiti e repressione sono la ricetta unica per contrastarlo? No. Nessuno pare porsi una domanda quasi banale, ma necessaria: perché in città aprono di continuo nuovi bar (con licenze rilasciate dall'amministrazione comunale, la stessa che poi piange sull'alcol versato), e non vengono incentivati altri tipi di attività ricreativa? Perché ai ragazzi non viene offerta la possibilità di passare le serate anche in maniera diversa? Le possibilità sarebbero tante, sul fronte ludico, culturale, sportivo, sociale. Questo significa coinvolgere più attori, pubblici e privati. Significa intervenire sugli affitti dei locali e mettere a disposizione spazi commerciali di proprietà pubblica (di cui si parla poco o niente), oltre a lavorare sull'esistente: musei, librerie, biblioteche, centri sportivi e così via. Significa, ancora una volta, pianificare in maniera integrata, mettendo insieme aree diverse: commercio, patrimonio, cultura, associazioni, servizi sociali. Non è una visione ingenua, è la città bella che vorremmo e che possiamo realizzare insieme.
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