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RSA nell'occhio del ciclone.

Sappiamo quanto sia ormai frequente la decisione di affidare gli anziani a strutture che dovrebbero garantire loro cure sanitarie, attività sociali, benessere psicofisico, tutte condizioni che le famiglie, per varie motivazioni, non riescono più garantire ai propri cari. Una decisione sofferta, in ogni caso.


È sicuramente difficile convivere con persone problematiche, spesso gli aspetti sanitari sono preponderanti e ingestibili nella propria abitazione.


Ma gli aspetti sanitari non sono sempre preponderanti, se andiamo ad analizzare un po' più a fondo.


Queste strutture, nei nostri territori, sono fiorite negli ultimi decenni in concomitanza con un distorto sviluppo socioeconomico, che ha avuto la capacità di accantonare affetti e cure all'interno della propria famiglia, mettendo i familiari-lavoratori nell'impossibilità di assolvere pienamente i compiti di cura e assistenza, ma talvolta anche solo di presenza, o delegandoli ad un unico familiare (spesso donna).


Le RSA sono oggi nell'occhio del ciclone per via delle spavalde ed irresponsabili gestioni di numerose strutture, che nell'epidemia coronavirus hanno prodotto un altissimo numero di morti.


Le strutture veneziane, fortunatamente, sono state in grado di gestire con attenzione l'emergenza, ma ciò non è valso per molte altre, in diverse aree del Paese, e questo ci riguarda da vicino, tutti, come facenti parte della stessa società, come cittadini italiani.


Dobbiamo chiedere con forza alla Magistratura di indagare fino in fondo, e di individuare responsabilità di coloro che si sono macchiati di queste colpe.


A chi è vicino a persone anziane, la speranza di non dover delegare ad altri le cure ai propri cari, e di poter ricevere sempre supporto da parte dei servizi sociali e alla persona, presenti, adeguatamente erogati e potenziati se necessario.

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