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Scuole d’infanzia: come anche i numeri tradiscono pesanti carenze del servizio

Interrogazione e risposta all'Assessorato alle politiche educative


Se non vogliamo che asili nido e scuole dell’infanzia diventino parcheggi per bambini, bisogna tornare ad investire in personale.
Lo si evince dalla stessa risposta data dall’Assessore Besio all’interrogazione, presentata a fine marzo, che aveva come oggetto: “Asili nidi e scuole dell'infanzia comunali: problemi di compresenza e rispetto dei rapporti educatori/bambini”.
Alla specifica domanda, posta in interrogazione, “per quante ore in media al giorno è rispettato il rapporto numerico educatore/bambino?”, la risposta dell’assessore Besio è stata la seguente: “il rapporto numerico, essendo giornaliero, viene sempre rispettato”.
È evidente come la risposta tenda ad eludere la domanda e faccia capire come, durante la giornata, ci siano ampi periodi in cui il rapporto educatrici / bambini sia inferiore rispetto a quello indicato come giornaliero che, come ben si può comprendere, rappresenta il minimo da garantire (1 educatore ogni 6, per i bambini fino ai 12 mesi, 1 ogni 8 fino ai 36 mesi, e 1 a 22 nelle scuole dell’infanzia).
Insomma, da fiore all’occhiello anche fuori regione, i nostri servizi educativi hanno velocemente perso in qualità, non certo per la competenza del personale, ma per la gestione aziendalistica che è subentrata dal 2017 in poi. L’attenzione primaria è posta su costi e benefici e non sul benessere che viene a crearsi dalla relazione, dal clima lavorativo, dal tempo dedicato alle attività laboratoriali, che stimolano e fanno crescere i bambini fin dalla più tenera età.

Non è questo il servizio che dobbiamo garantire ai nostri bambini.


Giovanni Andrea Martini




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