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Trasporti e mobilità dopo il coronavirus.

Se assumiamo la cifra di 140.000 abitanti equivalenti per la città storica che Veritas certifica con la raccolta media giornaliera di RSU (rifiuti urbani), corrispondente alla somma di abitanti, studenti e lavoratori pendolari, più i turisti, possiamo dedurre come, venendo a mancare turisti, studenti e molti pendolari, quella cifra si riduca a meno della metà. All’atto pratico la mobilità si riduce anche di più, e infatti fuori dalle ore di punta battelli e bus di questi giorni sono quasi vuoti, o completamente vuoti. Con qualche analogia il ragionamento va esteso anche alle linee di terra. Siamo in un'emergenza mai vista, ma questo ci deve far riflettere sul fatto che la mobilità urbana di un sistema insediativo disperso tra acqua e terra come il Comune di Venezia, con città storica, isole, litorale, terraferma e frazioni, ha una dipendenza dal trasporto pubblico che nessuna altra città di pari dimensioni conosce. D’altronde la mobilità, con tutti i molteplici impatti ambientali che produce – aria, acqua, rumore, congestione -, è anche un fattore critico della vita urbana. La crisi in atto nel rapporto tra costo e numero di servizi erogati da Actv ci fa capire come nella mobilità del dopo crisi la componente turistica sarà fortemente ridimensionata. E con essa gli introiti aziendali conseguenti. Dato che l’overturismo di questi anni va respinto per i disastri che produce sulla città saremo, anzi già siamo, costretti a ripensare, tra le tante cose, anche il sistema di mobilità. Che dovrà essere sostenibile sia sul piano sociale che ambientale. Da un lato dunque il rinnovo tecnologico delle flotte, di acqua e di terra, con nuovi motori e nuovi carburanti a basso impatto ambientale è la priorità obbligata. Dall’altro un'organizzazione del trasporto che sconti il venir meno di una quota di turismo, soprattutto dell’escursionismo mordi e fuggi più dannoso che redditizio, inglobando invece la domanda di turismo sostenibile. Quello che prenota, pernotta e valorizza la qualità di beni e servizi della città. Dal momento che la domanda di residenti, pendolari e studenti va presa per nota e costante, si tratterà di programmare l’offerta di mobilità aggiuntiva per la quota variabile, ma sempre più prevedibile in base alle prenotazioni, dei flussi turistici stagionali con forme più flessibili e variamente integrabili con la mobilità stabile dei “residenti”. Per la quota variabile di domanda stagionale le risposte andranno dalle corse integrative di quelle ordinarie, ai servizi dedicati, alla esternalizzazione competitiva di quote di offerta. Non un totale stravolgimento ma una diversa programmazione del servizio. Dev’essere chiaro che l'offerta di mobilità urbana è e sarà comunque una variabile dipendente dalle modifiche che interverranno nel “modello di sviluppo” che la città dovrà darsi, in conseguenza della, o grazie alla, emergenza sanitaria di questi giorni.

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