“Tutta la Città insieme!” boccia il bilancio di previsione del Comune di Venezia perché manca totalmente un nuovo progetto di città. L'Amministrazione non trae alcun insegnamento dalla pandemia: punta unicamente al ritorno delle cose com’erano, basando il rilancio della Venezia insulare sulla monocultura turistica, proponendo per la portualità soluzioni interne alla Laguna invece che investire sul lungo termine, malgrado gli evidenti effetti dei cambiamenti climatici, e mancando di proporre un piano complessivo per la ripresa economica della terraferma.
Nel Documento Unico di Programmazione, si ipotizza una vera e propria 'rinascita' di Venezia grazie alla tassa di accesso il cui introito corrisponderebbe ad una massa di turisti pari a circa 100mila al giorno. E' chiaro che la vivibilità dei residenti non è esattamente al primo posto nella classifica dell'Amministrazione.
Nello stesso documento è inserito il progetto del nuovo Terminal di Porto Marghera per le navi da crociera, che si completa con l'escavo del Canale Vittorio Emanuele: la soluzione che il sindaco non manca di caldeggiare in ogni occasione, forte del suo carisma mediatico, pare farina del suo sacco, ma in realtà rispecchia decisioni già prese a Roma, proprio dall'ala di Governo che a livello locale è all'opposizione.
Mancano poi investimenti sulle energie rinnovabili e sulla sostenibilità ambientale, a fronte di dati sull'inquinamento dell'aria e dell'acqua sempre più preoccupanti. Non c'è traccia di soluzioni per la gestione del trasporto pubblico locale, a fronte del perdurare della pandemia e dell'affollamento dei mezzi. Non c'è alcun adeguato sostegno all’artigianato e in particolare non c'è traccia di una politica per il distretto del vetro di Murano.
Ancora nel 2017 l’Unesco scriveva che 'servono case a prezzi accessibili, promozione dell’occupazione e infrastrutture', ma niente di tutto questo si trova nella proposta di bilancio e nel dup presentati dall'Amministrazione.
Non figurano infatti investimenti sulla politica della residenza: non c'è alcuna voce dedicata alle politiche abitative, con particolare riferimento ai giovani.
Emblematico, in tal senso, è il destino del Tronchetto dove vengono spesi otto milioni per l’adeguamento dell’area di arrivo del People Mover e si mettono in alienazione per otto milioni una porzione di isola, su cui investitori privati faranno sorgere gli ennesimi due alberghi, proprio dove si era ipotizzato di poter realizzare un centinaio di appartamenti per incentivare la residenza.
Il bilancio dimentica poi il “welfare”: manca un progetto per affrontare gli episodi, sempre più frequenti, di violenza giovanile, come pure il problema sempre più grave delle dipendenze. Entrambe le questioni vengono affrontate con lo stesso approccio riservato in generale al contrasto alla criminalità: puntando sulla militarizzazione della Polizia Locale e non su interventi di natura sociale, quali la prevenzione, la ri-educazione, l'integrazione e l'inclusione. Vengono impegnati ben 8 milioni di euro proprio per il potenziamento del corpo della Polizia Locale che comprende l'acquisto d’armi e corsi sul loro uso. Ma la Polizia Locale, secondo la legge italiana, ha solo 'funzioni ausiliarie di Pubblica Sicurezza', mentre sarebbe il caso che si occupasse maggiormente di altri suoi compiti, quali ad esempio la tutela del consumatore, della qualità urbana e rurale, del controllo sui tributi locali.
Infine, manca un progetto culturale che non sia legato alla frizione turistica del patrimonio. L'Amministrazione dimostra di non comprendere come la città possa offrire in questo campo splendide prospettive di lavoro, sopratutto per i giovani, e come il settore potrebbe attrarre nuova residenza, se opportunamente legato ad adeguate politiche abitative.
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