Per i presunti 1600 anni di Venezia il nuovo governo confeziona il suo regalo alla città rovistando tra i vecchi fanghi di Porto Marghera per trovare la soluzione. Temporanea naturalmente, come si usa dire.
La presenza del leghista Garavaglia fa da garante agli interessi della Regione direttamente impegnata in Marittima col 50% di azioni della partecipata VTP, tanto cara a Zaia che di Venezia ha fatto il suo hub turistico di riferimento per garantire il rifornimento di turisti al Veneto del tempo libero in corsa per il traguardo olimpico del 2026.
Nel frattempo la Capitaneria di porto distribuisce a rate raffiche di multe per presunte violazioni compiute nel 2017, in pratica l’altro ieri, in protesta al passaggio delle grandi navi, quelle che si sarebbero incaricate di smentire le garanzie di assoluta sicurezza col duplice incidente in bacino dell’estate 2019. Tempi brevi di processo e pene irrisorie. I due volti della giustizia.
Dunque assieme alla prospettiva di reindustrializzazione green Marghera viene candidata a porto turistico transitorio in attesa della soluzione definitiva che arriverà inesorabilmente. Ma non si sa quando.
Per gli amanti dell’oggi va bene così. Per il domani c’è tempo, visto che il tempo si misurerà in anni. Con tutta la possibilità di consolidare il provvisorio in definitivo con un lento lavorio sottotraccia che per ora rinuncia alla sponda Nord tanto cara a Brugnaro, uno che alle sue idee si affeziona ma solo emotivamente, e al Vittorio Emanuele, vera apoteosi per il ritorno in Marittima.
Nulla di nuovo sotto il cielo si direbbe, tranne che si riaprono i battenti del bacino San Marco all’industria crocieristica che potrà comunque ritornare in Marittima in attesa che gli approdi provvisori di Marghera vengano allestiti. Il provvisorio del transitorio.
Ora ci sarà tutto il tempo per la mitica “call internazionale” della soluzione definitiva, una vera novità nel lessico amministrativo che non annovera il termine call. Ma non è questo il vero vulnus. E’ la dilazione sine die in attesa di riportare tutto in Marittima, che per le crociere vale oro e per i lavoratori spiccioli. Un lungo braccio di ferro sull’uso spregiudicato della città.
Il sindaco del 1600esimo anno resta per ora a bocca asciutta e deve accontentarsi del marketing millenarista dentro cui è riuscito a infilare una sua personale “call” nautica con l’auspicato terminal di Montiron, su misura per Torcello. Si dirà che è poco, ma così non è.
Alla città satura dei trenta milioni di turisti ante pandemia viene prospettata l’idea di accesso dall’acqua in omaggio a Venezia “e la sua laguna” come misura di alleggerimento della pressione. In realtà come dilatazione dell’offerta che interpreta il concetto “da tera e da mar” su misura dell’uso cinico e predatorio delle risorse storiche e naturali cumulate nei secoli, proprio nel giorno in cui va in scena la recita millenarista.
A questo servono gli eventi, ad alterare la percezione della realtà.
Franco Migliorini
per TuttalaCittàinsieme
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